Conto corrente cointestato? Certezze, che vacillano: i benefici fiscali spettano solamente al 50%!

 

In questi giorni ha fatto molto parlare la Sentenza 104/21 della Commissione Tributaria di Perugia, che ha stabilito che “le spese che si possono scaricare dalle tasse” godono del vantaggio fiscale solamente a metà, nel caso in cui siano state pagate mediante un conto cointestato.

La Commissione Tributaria Provinciale di Perugia ha pronunciato questa sentenza, partendo dal caso di un contribuente, residente in Umbria, che ha dedotto dall’Irpef la somma versata nel proprio Fondo Pensione.

Il TUIR (Testo Unico per le Imposte sui Redditi) stabilisce, infatti, che l’importo accantonato nella Previdenza Complementare può essere dedotto fino ad un massimo di € 5.164,57 annui.
Ma, in questo caso, il pagamento era stato effettuato con un bonifico proveniente dal conto corrente, che il contribuente aveva cointestato con la moglie.
Per questo, l’Agenzia delle Entrate ha inviato al contribuente una cartella esattoriale, con la quale è stata richiesta la restituzione del 50% degli importi dedotti.

A nulla è valso il ricorso presentato dal contribuente e basato sulla considerazione che, in un conto corrente cointestato a firma disgiunta, ognuno degli intestatari ha piena libertà di disporre interamente della somma depositata.
I giudici, infatti, hanno motivato la loro decisione spiegando che, dal momento che nel conto corrente cointestato la liquidità disponibile è riconosciuta nella misura del 50% di proprietà dei due intestatari, la deducibilità delle spese può essere riconosciuta solo per metà.

Se l’orientamento della Commissione in questione dovesse affermarsi e riguardare altre pronunce, molteplici benefici fiscali, di cui si può godere, attualmente, utilizzando un conto corrente cointestato, verranno meno.
Per comprendere le conseguenze di una mancata attenzione verso tale sentenza, basta fare un esempio tipo:

1. Importo medio accantonato nel Fondo Pensione, pari a 3.000,00 € annui (250,00 € al mese);

2. Durata media di un Fondo Pensione 25 anni;

3. Aliquota Irpef, ad esempio, pari al 38% (Redditi da 28.000€ a 55.000€);

4. Vantaggio fiscale annuo pari a 1.140 € (3.000€ X 38%).

Se l’Agenzia delle Entrate dovesse chiedere la restituzione del 50% dell’importo dedotto in ciascun anno, comporterebbe la restituzione di 570€ per 25 anni, vale a dire un importo di 14.250,00 €.

Meglio evitare!

Che cosa possiamo fare?

Possiamo aprire un conto corrente personale, dove accreditare lo stipendio e far uscire le spese personali, in modo da non avere brutte sorprese con il fisco e tenere più facilmente sotto controllo le uscite.
Possiamo mantenere aperto il conto della Famiglia per tutte le spese familiari e relative ai figli, per le quali sono previste detrazioni al 50% a favore dei genitori.

In questo modo si ottimizza la Pianificazione Finanziaria.

Aumenteranno i costi?
I conti correnti hanno subito, nell’ultimo anno, un aumento dei costi di tenuta conto. Ma ne esistono diversi, efficienti ed economici; basta informarsi e saper scegliere. Inoltre, se la giacenza media annua non supera 5.000,00 €, non si pagano i bolli statali.

Per attirare la fortuna è importante avere un metodo.

Un metodo, che puoi utilizzare, è il mio metodo, il Metodo Finessere, che mette la finanza e, aggiungo, la consapevolezza al servizio del benessere. Perché il benessere è dato dalla sinergia di molteplici elementi, anche dal prevenire problematiche.

Fonti:
Trend online
Italia Oggi

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