L’oro brilla più che mai!

Che l’oro sia un bene rifugio e che, in tempi di guerra, possa apprezzarsi, non è una novità, ma negli ultimi mesi il prezioso metallo ha avuto un rally fuori dal comune.

Vediamone l’andamento.

Negli ultimi dieci anni, questa asset class è stata caratterizzata da un’importante volatilità. Ricordiamo che nel 2013 il prezzo si aggirava intorno ai 1.200-1.300 dollari per oncia, mentre nel 2020, in risposta alla pandemia, raggiunse un picco significativo, superando i 2.000 dollari. Dopo quel picco, ci sono stati alcuni cali, ma il prezzo è rimasto, comunque, su buoni livelli, mantenendosi spesso sopra i 1.800 dollari fino al 2023. Da allora è iniziato il rally, che ha visto il suo massimo splendore da marzo 2024, con una quotazione di 2.050 dollari. Ad oggi il suo prezzo ha superato i 2.500 dollari.

Analizziamo le motivazioni.

L’ascesa dell’oro è il risultato dell’interazione di diversi fattori. Il primo di essi è rappresentato dall’aumento dell’inflazione, la quale, anche se attualmente in fase calante, ha rafforzato l’attrattiva dell’oro come strumento di protezione contro l’erosione del potere d’acquisto della moneta.

Certamente, il contesto geopolitico incerto e le tensioni, in più regioni del mondo, hanno ulteriormente alimentato la domanda di asset percepiti come sicuri. L’oro, in questo scenario, si conferma come un rifugio per i capitali in cerca di stabilità.

Per ultime, ma non per importanza, le politiche monetarie delle banche centrali hanno giocato un ruolo cruciale in tutto questo. Infatti, la domanda crescente da parte di esse, che, da mesi, stanno accumulando oro per potenziare le proprie riserve, ha fornito un sostegno significativo alle quotazioni del metallo prezioso.

Perché le banche centrali accumulano oro?

Tra i motivi strategici ed economici possiamo sottolinearne alcuni:

  1. Mantenimento del potere d’acquisto in presenza di inflazione.

Le banche centrali usano l’oro come uno strumento per proteggersi dalla svalutazione della propria valuta e delle valute straniere detenute;

  1. Riequilibrio nella diversificazione delle riserve.

Esse accumulano oro per diversificare le proprie riserve, che spesso includono, oltre a grandi quantità di valute straniere (come il dollaro USA), anche obbligazioni sovrane. Questa maggiore diversificazione riduce il rischio associato alla concentrazione di un singolo tipo di riserva, aumentando la protezione in tempi di instabilità finanziaria;

  1. Instabilità geopolitica e sfiducia.

Le banche centrali di molti paesi aumentano le riserve d’oro per ridurre la dipendenza da valute straniere e dall’influenza economica di altri paesi. L’oro è una riserva di valore neutrale, non legata a nessuna nazione specifica e in grado di ridurre la vulnerabilità alle sanzioni o agli shock geopolitici;

  1. Bassa correlazione con altri asset.

L’oro ha una bassa correlazione con altri strumenti finanziari come obbligazioni o azioni. Durante le crisi economiche o finanziarie, mentre i mercati azionari e obbligazionari possono crollare, il valore dell’oro tende a salire o a rimanere stabile, fornendo un cuscinetto di protezione.

L’oro potrebbe continuare la sua corsa?

Fare previsioni non è stato mai semplice e c’è sempre l’elevata probabilità che poi esse vengano disattese. Alcuni parlano di possibile rialzo del prezzo fino a 2.750 dollari. Ma al di là delle previsioni, per le quali ci vorrebbe una magica sfera di cristallo, quello che conta è avere la consapevolezza che il panorama economico e politico sia in continua evoluzione. Ora più che mai, è necessario mantenere un approccio equilibrato, valutare attentamente come questa tendenza possa influenzare i diversi asset e considerare strategie per mitigare i rischi e capitalizzare le opportunità.

 

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