Quanto rende realmente il BTP Futura 2037?

Oggi è il primo giorno di collocamento del BTP Futura e, come spesso accade, la chiarezza sui rendimenti non è scontata!
Pur essendo abituata ad analizzare complesse forme d’investimento da molti anni, il rendimento del BTP Futura non mi è sembrato di immediata comprensione. Ogni volta mi domando perché, ancora oggi, vengano creati strumenti d’investimento poco chiari…
Per far luce e permettere a tutti di prendere decisioni d’investimento consapevoli, ecco le principali caratteristiche del BTP Futura:
- Titolo sottoscrivibile da oggi fino alle ore 17.30 di mercoledì 21 aprile, salvo chiusura anticipata;
- L’emissione è dedicata a finanziare le spese per la ripresa dal covid;
- Il lotto minimo acquistabile è di 000 euro e multipli, senza limitazioni;
- Emissione al valore nominale 100/100 (pago 100 e alla scadenza mi restituiscono 100);
- Durata 16 anni (data regolamento 27 aprile 2021 e scadenza 27 aprile 2037);
- Cedole semestrali minime garantite step up, cioè crescenti:
- 0,75% lordo per i primi 4 anni,
- 1,20% dal 5° all’8° anno,
- 1,65% dal 9° al 12° anno,
- 2% dal 13° al 16° anno;
Il tasso medio annuale risulta essere dell’1,40% per l’intero periodo (nel caso di durata 16 anni).
- Premio fedeltà per chi comprerà il bond in collocamento e lo manterrà in portafoglio per almeno i primi otto anni o fino alla scadenza dei 16 anni.
Il premio fedeltà è fissato nella misura minima del 2% e in quella massima del 6%. Su base annuale, equivale ad un rendimento ulteriore compreso tra lo 0,125% e lo 0,375%. La sua entità precisa dipende dal tasso di crescita medio del PIL nominale italiano dal 2022 fino al 2036. Vediamo con esattezza in base a quali condizioni.
Chi manterrà il nuovo BTp Futura per i primi 8 anni, avrà diritto a ricevere nel 2029 un acconto del 40% della prima tranche del premio fedeltà:
- dello 0,4%, se il PIL nominale tra il 2022 e il 2028 sarà cresciuto meno o pari all’1% annuo;
- tra lo 0,4% e l’1,2%, se il PIL nominale tra il 2022 e il 2028 sarà cresciuto tra l’1% e il 3% annuo;
- dell’1,2%%, se il PIL nominale tra il 2022 e il 2028 sarà cresciuto del 3% o più.
Alla scadenza (2037), l’obbligazionista fedele avrà diritto al saldo della prima tranche del premio fedeltà:
- dello 0,6%, se il PIL nominale tra il 2022 e il 2028 sarà cresciuto meno o pari all’1% annuo;
- tra lo 0,6% e l’1,8%, se il PIL nominale tra il 2022 e il 2028 sarà cresciuto tra l’1% e il 3% annuo;
- dell’1,8%, se il PIL nominale tra il 2022 e il 2028 sarà cresciuto del 3% o più.
Alla scadenza del 27 aprile 2037, è prevista la corresponsione di una seconda tranche del premio fedeltà, stavolta legato all’andamento dell’economia italiana dal 2029 al 2036:
- dell’1%, se il PIL nominale tra il 2029 e il 2036 sarà cresciuto meno o pari all’1% annuo;
- tra l’1% e il 3%, se il PIL nominale tra il 2029 e il 2036 sarà cresciuto tra l’1% e il 3% annuo;
- del 3%, se il PIL nominale tra il 2029 e il 2036 sarà cresciuto del 3% o più.
A conti fatti, il nuovo BTp Futura a 16 anni offrirà un rendimento minimo dell’1,525% lordo e uno massimo dell’1,775%. Questo è il risultato della somma tra cedole e premio fedeltà, a patto che si tenga il titolo fino alla scadenza, altrimenti non si potrebbe confidare nell’intero premio fedeltà ed il rendimento sarebbe inevitabilmente inferiore.
Ricordo, poi, che a questo rendimento viene applicato il bollo statale annuale dello 0,20% e la ritenuta agevolata del 12,5%, che vanno a decurtare il rendimento annuo lordo.
Ultima riflessione: il rendimento del Btp Futura cresce all’aumentare del PIL. Se crescerà il PIL, salirà anche l’inflazione e, quindi, aumenteranno anche i tassi d’interesse. A quel punto, potrebbe essere più conveniente acquistare titoli di nuova emissione con rendimenti più elevati, anziché esporsi ora a titoli con scadenze lunghe e tassi relativamente bassi. Inoltre, questi titoli, avendo cedole step up, non possono essere oggetto di interventi di acquisti da parte della BCE, nel caso di necessità.
Io avrei fatto un appello all’unità patriottica, emettendo un BTP della solidarietà, con un rendimento minimo, ma chiaro, anziché puntare sulla presunta convenienza e sulla confusione.