Affrancamento e Rivalutazione: che cosa sono e a chi convengono realmente?

La legge di Bilancio 2023 prevede due opzioni per pagare meno imposte sui guadagni degli Investimenti, ma anche in questo caso la complessità delle norme è tale da non rendere chiara la valutazione di una eventuale convenienza…

Ho cercato di semplificare e di valutare i casi più comuni, in modo da mettere a disposizione le informazioni necessarie per decidere cosa fare entro il 30 giugno 2023.

Nella Legge di Bilancio si parla di Affrancamento e di Rivalutazione.

  1. L’Affrancamento riguarda le plusvalenze (ovvero i guadagni) di Fondi, Sicav, Etf (OICR) e Polizze Ramo I.

Esso permette di pagare un’imposta sostitutiva del 14% sulla plusvalenza maturata (differenza positiva tra valore dell’investimento al 31 dicembre 2022 e valore iniziale di sottoscrizione), anziché l’aliquota ordinaria del 26% (che per i titoli governativi è del 12,5%).

Caspita, verrebbe da dire… quasi la metà!

Sì, ma, tenendo conto che quando si passa da un comparto gestito all’altro, viene applicata la tassazione di competenza, è chiaro che la convenienza può esserci solamente nel caso di posizioni mantenute immutate per molto tempo.

Per le Polizze, poi, c’è da dire che all’interno delle gestioni sono presenti i titoli governativi e che la ritenuta applicata sugli altri titoli era del 12,5% fino al 2011, del 20% fino al 2014 e successivamente è salita al 26%. Inoltre, per aderire all’affrancamento, le Polizze non devono essere di imminente scadenza e non possono essere immediatamente riscattate (così stabilisce la Legge di Bilancio 2023), quindi, possiamo dire che i casi di convenienza per esse sono pochi.

  1. La Rivalutazione, invece, riguarda i titoli quotati, in modo particolare le azioni.

In questo caso, anziché pagare la ritenuta ordinaria del 26% sulla plusvalenza maturata (differenza tra prezzo di vendita e prezzo di acquisto), si ha la possibilità di optare per l’imposta sostitutiva del 16% sul controvalore, dato dal prezzo medio di mercato, rilevato nel mese di dicembre 2022. La prima constatazione è che l’aliquota scontata non viene applicata sulla plusvalenza, ma sull’intero controvalore medio di dicembre 2022.

A conti fatti, che evito perché complessi, la convenienza sussiste solamente nel caso di plusvalenza superiore al 62,5%, mentre in tutti gli altri casi non è conveniente.

Aggiungo che, se, successivamente, il prezzo di tali titoli scendesse rispetto a quello stabilito in fase di rivalutazione ed il risparmiatore decidesse di vendere il titolo, non avrebbe il riconoscimento e la possibilità di compensare la minusvalenza realizzata.

La Legge di Bilancio 2023 può presentare delle opportunità, ma va capita bene e proiettata all’interno della propria situazione.

La fiscalità italiana, infatti, è da sempre molto complessa, basti ricordare che alcuni redditi finanziari rientrano nei Redditi di Capitale ed altri nei Redditi Diversi e che essi non comunicano tra di loro.

E’ innegabile, però, che l’applicazione di un’aliquota del 26% sul rendimento ottenuto va a decurtare quasi un terzo del rendimento stesso, quindi, l’aspetto fiscale non può essere trascurato.

Se questo aspetto non ti fosse del tutto chiaro, scrivimi e cercherò di renderlo più trasparente.

 

Il mio metodo si chiama Finessere®️ e mette la Finanza al servizio del Benessere.

 

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