Azioni vs obbligazioni: chi vincerà?

Il rialzo dei tassi ha diverse ripercussioni, dal punto di vista economico, dell’inflazione, dal punto di vista dei rendimenti dei vari investimenti, ecc…
Mettiamo da parte alcuni aspetti, più di carattere macroeconomico, per concentrarci sull’aspetto dei possibili rendimenti degli investimenti principali: obbligazioni ed azioni.
La constatazione più semplice è che tassi elevati comportano un aumento del rendimento dei titoli obbligazionari di nuova emissione. Quindi, per aggiudicarsi, per più tempo possibile, rendimenti elevati, è conveniente investire in obbligazioni quando i tassi d’interesse abbiano raggiunto il livello massimo. Naturalmente, questo livello non è predeterminato, in quanto dipende dall’andamento di altre variabili e non è possibile conoscere in anticipo il suo valore. Comunque, possiamo investire serenamente anche se il livello dei tassi non sia quello massimo, purché elevato.
In tal caso, considerazione importante è che, se investiamo in obbligazioni e, poi, i tassi continuano a salire, il prezzo delle nostre obbligazioni sarà destinato a scendere, tanto più quanto maggiore è la durata delle stesse. Ecco che allora l’elemento fondamentale diventa la durata dell’obbligazione, vale a dire che è necessario scegliere durate che si possano rispettare, in quanto, alla scadenza, l’obbligazione viene sempre rimborsata a 100.
L’aumento dei tassi d’interesse fa bene anche al potenziale rendimento delle azioni?
Il concetto basilare è che se i tassi aumentano, le aziende devono sostenere costi di finanziamento più elevati e, quindi, gli utili, a parità di altri elementi di bilancio, potrebbero soffrirne. Non va, poi, escluso il fatto che, se le obbligazioni rendono molto, gli investitori potrebbero preferirle, a discapito delle azioni, e questo potrebbe comportare un calo della domanda di queste ultime con potenziale calo del prezzo.
Ma allora la soluzione è investire tutto nelle obbligazioni?
Le soluzioni non prevedono mai decisioni estreme, ma, semplificando il più possibile, possiamo dire che, in una fase come quella attuale, nell’asset allocation di un Portafoglio ben fatto, la componente azionaria è bene che sia prudente (20%-30%) con l’incremento della stessa mediante dei Piani di Accumulo di Capitale ben gestiti, che, investendo in momenti di ribasso, potenziano la quantità di quote accumulate, consentendo nel tempo di massimizzarne il rendimento.
Una delle poche certezze della Finanza è che non è possibile prevedere i mercati. I risultati più importanti e duraturi nel tempo si ottengono mediante strategie d’investimento capaci di creare valore.