C’erano una volta i Buoni Fruttiferi Postali, che raddoppiavano il Capitale dopo 14 anni…

Chi di noi non ha avuto dei Buoni Fruttiferi Postali, regalati dai nonni?!

Qualche decennio fa, questa era la forma preferita dai nostri nonni e genitori per accantonare anche piccoli risparmi con risultati molto soddisfacenti.

Verso la fine degli anni ’90, infatti, esistevano ancora emissioni, che permettevano di raddoppiare il Capitale dopo 14 anni.

L’ultima emissione risale al 1998, anno in cui il Presidente degli Stati Uniti Clinton venne coinvolto nel famoso scandalo per la sua relazione sessuale con la stagista Monica Lewinsky, la Nazionale francese vinse per la prima volta il mondiale di calcio in Francia, l’ex dittatore cileno Augusto Pinochet venne arrestato dalla polizia spagnola e anno in cui venne fondata la società Google LLC.

Eventi di profondo cambiamento, che anticiparono importanti cambiamenti anche nell’ambito del settore finanziario.

Perché i Buoni Fruttiferi Postali piacevano così tanto?

Da un’analisi accurata le caratteristiche di maggior impatto erano:

  1. Brand dell’emittente ed elevata fiducia dei risparmiatori verso le Poste, fiducia storica, tramandata di padre in figlio;
  2. Possibilità di investire anche piccole cifre;
  3. Lungo orizzonte temporale ed atteggiamento paziente per ottenere risultati maggiori;
  4. Alto rendimento;
  5. Documento stampato su carta filigranata e, quindi, bello a vedersi ed al tatto.

Investire € 1.000,00 ed ottenere il doppio, quindi, € 2.000,00 dopo 14 anni, significa ottenere un rendimento del 100% in 14 anni, che corrisponde ad un tasso d’interesse semplice del 7,1% annuo (100%:14=7,1%).

Esistono oggi investimenti in grado di rendere così tanto?

Nei giorni scorsi la Bce ha rimosso il divieto alla distribuzione dei dividendi, a cui erano sottoposte le banche europee. Di conseguenza, guardando al 2021, si stima per il settore bancario un rendimento complessivo per gli azionisti dell’8% ed in seguito, su base più sostenibile, del 7%.

In effetti, Banca Mediolanum ha proposto la distribuzione di un dividendo di 0,7533 euro, relativa alla seconda tranche dell’esercizio 2020, che sarà staccata il 18 ottobre 2021. Ai prezzi attuali essa fornisce un rendimento dell’8,5%.

Intesa San Paolo ha annunciato lo stacco di dividendi in due tranche, la prima di 0,0996 euro, relativo all’esercizio 2020, il 18 ottobre 2021 ed un acconto di 0,0721 euro, relativo all’esercizio 2021, con data di stacco il 22 novembre 2021. Complessivamente distribuirà agli azionisti 0,1717, che al prezzo attuale fornisce un rendimento del 7%.

Mediobanca ha annunciato la distribuzione di un dividendo di 0,66 euro con data di stacco 22 novembre 2021, corrispondente ad un rendimento del 6,6%.

Banca Generali ha reso noto di aver accantonato 1,25 euro per azione sui risultati 2021, in aggiunta ai 3,3 euro deliberati per gli esercizi 2019/2020. Viene così raggiunto un dividendo complessivo di 4,55 euro per azione, che sarà corrisposta tra ottobre 2021 e aprile 2022. Il rendimento, in questo caso, raggiunge il 12,3%.

Fuori dal coro dei titoli bancari c’è Eni, con un dividendo che potrebbe raggiungere l’8%, in linea con i dividendi pre-Covid. Il cda, infatti, ha deliberato la distribuzione del 50% del dividendo previsionale a titolo di acconto, pari a 0,43 euro per azione, con pagamento a settembre, mediante utilizzo delle riserve disponibili.

Anche Unipol potrebbe distribuire nel 2022 un dividendo molto generoso. La holding a capo del gruppo assicurativo emiliano, infatti, potrebbe remunerare i propri azionisti con un dividendo di circa il 10%.

I rendimenti ottenibili da queste azioni sono, quindi, in linea con quelli dei Buoni Postali di una volta.

E’ vero si tratta di strumenti diversi, ma possiamo trovare alcune caratteristiche comuni.

I dividendi elevati vengono distribuiti, di solito, da aziende con brand importante e con un’elevata solidità.

Se si preferisce il risparmio gestito a quello amministrato, si può beneficiare della qualità gestionale dei Gestori più bravi, capaci di scegliere le aziende più solide, che distribuiscono i dividendi più elevati, non solamente in Italia, ma avendo a disposizione tutto il mondo, beneficiando anche di una maggiore diversificazione.

Anche in questo caso non sono necessarie grandi cifre per investire e, nel caso di ulteriore risparmio, è possibile incrementare il proprio investimento.

L’orientamento temporale più corretto è quello del lungo termine, avendo un atteggiamento paziente, senza galvanizzarsi quando le quotazioni salgono e senza deprimersi quando scendono, perché le azioni di valore ed il continuo monitoraggio dei Gestori sono in grado di garantire il raggiungimento di risultati soddisfacenti nel tempo.

Il documento, che attesta l’investimento, non può essere stampato su carta filigranata, ormai in disuso, ma viene redatto su carta intestata e riporta tutti i dati dell’investimento, attestando le quote di proprietà ed il valore di esse.

Come possiamo vedere, anche se a livello teorico c’è una netta differenza tra Buoni Fruttiferi Postali ed Azioni ad Alti Dividendi, nella pratica le differenze si attenuano, facendo comprendere che quello che li rende diversi è molto più l’atteggiamento psicologico dell’Investitore che le reali differenze pratiche.

Il mondo evolve e, se lo vogliamo, anche noi possiamo farlo. Per poter cogliere le opportunità del cambiamento è indispensabile informarsi. La cultura rappresenta, da sempre, il motore del progresso sano.

 

 

Fonti:

Wallstreetitalia

L’Economia del Corriere della sera

Immagine: unionedeiconsumatori.it

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