Forte rimbalzo dei mercati: può continuare?

I mesi trascorsi durante questo primo semestre del 2020 saranno indimenticabili…

Mercati Azionari e non solo, che mettono a dura prova la resistenza psico-fisica di molti, con gli indici di tutto il mondo che perdono punti a vista d’occhio, fino a toccare -40% in poco più di un mese, come è successo al mercato azionario italiano.

Da fine marzo risalita impressionante di tutti gli indici azionari, che hanno recuperato buona parte del calo registrato nel mese precedente.

Questo ha fatto sì che tutti gli investimenti azionari stiano guadagnando o almeno abbiano recuperato il calo registrato? No, non è così!

Alcuni settori sono stati avvantaggiati dalla pandemia e da tutto quello che essa ha comportato, mentre altri sono stati fortemente penalizzati. Tra questi ultimi, alcuni potranno recuperare presto, altri avranno necessità di tempi più lunghi.

Stanno andando molto bene il settore della salute, della tecnologia e delle telecomunicazioni; in ripresa le utilities, ancora indietro tutto il settore turistico e dei trasporti.

In questo periodo è stata molto evidente la differenza tra gestione attiva e passiva e tra i diversi team gestionali, che selezionano titoli diversi, vale a dire attuano il cosiddetto stock picking.

Mi viene in mente la performance scintillante di un comparto storico, gestito da Morgan Stanley, con +39% da inizio anno, l’altrettanto gratificante +33% di un comparto gestito da BlackRock, solo per citarne due…

A questo punto cosa facciamo?

Questi guadagni così elevati, che i nostri portafogli hanno in pancia, sono destinati a rimanere nel tempo?

Vediamo qualche dato macroeconomico:

1. Crescita Economica;
2. Occupazione;
3. Inflazione.

I media non fanno che ripetere che i PIL di tutti i Paesi subiranno delle forti riduzioni nel 2020. In Italia si parla di -11,2% con un possibile recupero nel 2021 del +6,1%, quindi, i prossimi due anni, forse, saranno sufficienti a recuperare il calo di quest’anno.

L’evoluzione potrebbe essere meno negativa, come può far ben sperare il dato sul commercio al dettaglio, pubblicato dall’Istat in questi giorni, che evidenzia un +24% del commercio al dettaglio di maggio rispetto ad aprile di prodotti non alimentari.

Il tasso di disoccupazione previsto per quest’anno è del -14,2% con i Redditi che potrebbero passare da 100, ad inizio 2020, a 96 a fine anno.

L’inflazione prevista è zero.

Le Banche Centrali non toccheranno i tassi per almeno 2,5 anni e, quindi, per avere rendimenti ci si dovrà orientare verso altre asset class.

Il dollaro si è rafforzato verso le valute dei Paesi Emergenti, ma non è destinato ad avere un forte rafforzamento verso Euro e Yen.

L’oro è salito molto, ma in futuro la sua domanda potrebbe non essere così elevata, nel caso in cui ci fosse un recupero delle economie e della componente obbligazionaria.

Quindi, vediamo che rispondere alla domanda: “Il forte rimbalzo dei mercati azionari può continuare?” non è immediato.

Ma, nella maggior parte dei casi, la risposta sta nella domanda, purché la domanda sia corretta.

Se noi ci ponessimo la stessa domanda, ma formulata in modo diverso, ad esempio: “Il forte rimbalzo dei mercati azionari è giustificato dagli attuali dati macroeconomici?”.

In questo caso, la risposta potrebbe essere spontanea e negativa.

Ed ecco che giunge in nostro aiuto il preziosissimo “buon senso”, che ci suggerisce di consolidare gli ottimi risultati ottenuti fin’ ora, alleggerendo la componente rischiosa del Portafoglio. In questo modo otteniamo due vantaggi:

1. Ricostituzione della corretta Asset Allocation, che in questa fase di crescita della componente azionaria, è andata a sovrappesare tale parte;
2. Accantonamento di una Riserva per cogliere nuove future opportunità, che inevitabilmente si presenteranno.

Nel corso della storia, si sono verificate ciclicamente situazioni di forte calo dei mercati e successivi rimbalzi degli stessi. L’ insegnamento che possiamo trarre da esse è sempre lo stesso: investire quando i prezzi sono molto bassi e consolidare quando i prezzi raggiungono livelli molto elevati.

 

 

Fonti: SDA Bocconi, Istat.

 

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