Addio plastica…le bottigliette ecologiche sono anche più belle!

Ovunque tu sia, al mare, in montagna o a casa, prima di uscire ricordati di portare sempre con te la borraccia riutilizzabile.

Di questa idea alcuni ne hanno fatto un business vero e proprio.

Colorate, tecnologiche, dalle forme più originali e griffate, sono le borracce per l’acqua di ultima generazione.

Le bottiglie “Bkr” di Tal Winter e Kate Cutler sono in vetro e silicone ed ogni bottiglia è ispirata alla moda, fotografia e cultura contemporanea, in edizione annuale limitata.

Il marchio francese di acqua minerale Evian ha creato una sua linea di borracce “d’autore”: la collezione “One Drop can make a Rainbow”, realizzata in collaborazione con Louis Vitton, caratterizzata da vetro, rivestimento in silicone e tappo di bambù.

Non mancano gli esempi italiani di bottigliette “eco-chic”, come “Ripples”, la borraccia in materiale acrilico, piatta come un tablet, realizzata da Guzzini e dal designer e artista israeliano Ron Arad.

Ben venga tutto questo! Non importa se d’autore, sofisticate e high tech, perché in questo modo sono desiderate da tutti, non solo dagli ecologisti. Una moda in espansione che strizza l’occhio all’ecologia ed al pianeta!

Ed il pianeta ne ha tanto bisogno: dagli anni Sessanta ad oggi lo abbiamo riempito di 8,3 miliardi di tonnellate di plastica non biodegradabile, corrispondenti a 822.000 Torri Eiffel.

Se continuassimo così, entro il 2050, questa montagna tossica verrebbe quadruplicata. Di essa ne ricicliamo meno del 10% ed il grosso dello scarto finisce in mare.

Sui fondali marini la concentrazione di polimeri supera quella dei microrganismi viventi. Non solo i pesci ingeriscono plastica, anche noi finiamo per mangiarla.

In base ad uno studio dell’Università di Newcastle in Australia, ogni umano ingerisce l’equivalente di una carta di credito alla settimana.

Gli alimenti in cui la concentrazione di microplastiche è maggiore sono l’acqua sia delle bottiglie che del rubinetto, il sale, la birra ed i frutti di mare.

La plastica è presente ovunque, dai contenitori ai detergenti, dalla cosmesi all’abbigliamento.

Una sola felpa di pile può rilasciare fino a 250 mila microfibre durante un solo lavaggio in lavatrice.

Fibre talmente minuscole da essere invisibili, che, una volta in mare, finiscono con il contaminare l’intera catena alimentare.

Questo fenomeno viene studiato dal 2013, quindi, ancora non siamo in grado di capire quali possano esserne gli effetti.

Sappiamo, però, che, al di sotto di una certa grandezza, queste microparticelle riescono ad introdursi all’interno delle nostre cellule, fino a raggiungere il sistema nervoso, influenzandolo. Come?

I pesci, esposti ad un inquinamento da microplastiche, evidenziano un cambiamento nel loro comportamento, diventando molto più lenti nelle reazioni fino all’inerzia.

In molti stanno dicendo BASTA, cambiando le proprie abitudini!

Anche noi possiamo fare molto, evitando bottigliette e contenitori monouso; privilegiando cosmesi senza microsfere; spazzolini in bambù o legno; indossando abbigliamento fatto con materiali naturali come cotone, seta, lino, lana; utilizzando sacchetti per i lavaggi in lavatrice, che catturano le microfibre; preferendo detersivi liquidi … ed altro ancora.

Iniziamo oggi stesso, perché non si aspetta un mondo migliore, lo si crea!

 

 

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