I tassi d’interesse salgono… facciamo il pieno di BTP?

Da luglio dell’anno scorso, in Europa, siamo passati da tassi pari a zero all’attuale tasso del 3,75%.
Conseguentemente, i rendimenti dei titoli obbligazionari sono saliti in modo esponenziale. Infatti, oggi, possiamo ottenere rendimenti del 3% su scadenze brevi e del 4% su scadenze medio/lunghe.
Il risparmiatore italiano ha sempre avuto una netta preferenza per i titoli di Stato, sia per l’idea che siano più sicuri degli altri titoli obbligazionari sia per la tassazione agevolata (la ritenuta sugli interessi è del 12,50% anziché del 26%).
Ma nel corso dell’ultimo decennio, molte cose sono cambiate. In primis, l’indebitamento dello Stato italiano è aumentato molto; inoltre, le nuove normative hanno disciplinato in modo nuovo le situazioni di grave difficoltà, in cui uno Stato si può trovare, proprio a causa di questo pesante indebitamento.
Un esempio, passato in secondo piano e per niente conosciuto è rappresentato dalle Clausole “CACs”, inerenti i titoli governativi…
Che cosa sono?
Le CACs, acronimo di “clausole di azione collettiva”, sono state introdotte nel Trattato sul Meccanismo Europeo di Stabilità.
Esse riguardano la possibilità che, in casi estremi, lo Stato che ha emesso un’obbligazione, possa chiedere agli obbligazionisti di accettare la riduzione delle cedole o l’allungamento delle scadenze o un taglio del valore nominale.
Analizziamo ognuna di queste clausole, facendo degli esempi esplicativi.
Nel caso di riduzione delle cedole, questo comporterebbe che il tasso d’interesse del 3%, al quale il BTP, ad esempio, è stato sottoscritto, potrebbe essere ridotto all’1%.
L’allungamento della scadenza vorrebbe dire aver sottoscritto un BTP a 10 anni, ad esempio, che viene trasformato in un BTP a 20 anni.
Avere un taglio del valore nominale determinerebbe un rimborso del BTP ad un valore inferiore al 100 predefinito.
Nella pratica, con queste clausole l’investitore potrebbe trovarsi coinvolto nella ristrutturazione del debito del Paese, operazione finanziaria generalmente molto rischiosa.
Tutto questo non significa che lo Stato italiano si troverà sicuramente in difficoltà, ma che dobbiamo essere lungimiranti e diversificare il nostro Portafoglio obbligazionario in modo efficiente, non puntando mai su un unico emittente, sebbene esso goda della nostra preferenza.
Esistono regole e criteri ben precisi per costruire un efficiente Portafoglio obbligazionario, capace di tutelare il Patrimonio ed evitare brutte sorprese.
Il mio metodo si chiama Finessere e mette al Finanza al servizio del Benessere.